Fragile bottino
Tutto ebbe inizio con quel temporale d’estate, con quella raffica di vento che spalancò la finestra. I tendaggi svolazzanti colpirono il vaso di porcellana, che cadde a terra andando in mille pezzi. La vecchia lettera fu trovata tra quei cocci taglienti. Nessuno seppe mai quale segreto contenesse, la padrona la bruciò subito dopo averla letta. Quando l’ebbe recuperata dalle mani spaurite di mia madre ordinò a chiunque si fosse precipitato con lei nel salone di non toccare nulla, poi si rifugiò nella stanza proibita e lì, con l’aiuto di una candela, se ne liberò per sempre.
Attesi delle ore prima di lasciare il mio nascondiglio e guadagnarmi la porta, la padrona era stata risucchiata da un’onda di singulti e dovetti aspettare che quell’insolita esternazione si placasse. Mentre dal mio angolino buio alle sue spalle supplicavo il cielo di non finire scoperto, vidi la lettera contorcersi sul pavimento e combattere la sua ultima battaglia contro il fuoco fino ad arrendersi, con un impercettibile sussulto, al suo tragico destino.