Dio è grande
Quando l’ambulanza irrompe a tutta velocità nel parcheggio del pronto soccorso, anticipata dal pianto inconfondibile della sua sirena, Sergio sta passeggiando lungo il corridoio, quella sera stranamente deserto. L’enorme boato di una porta che si apre e invade la tranquillità chimerica della notte non lo sorprende. Lui, un giovane medico dai capelli arruffati e l’espressione pensierosa, non si era lasciato ingannare dalla placidità delle stelle ma aveva seguitato a camminare con impazienza tra l’odore di disinfettante e una fila di sedie vuote.
«Che cosa abbiamo?»
«Un incidente d’auto. Un bambino di sei anni. Ha una profonda ferita alla testa. Siamo riusciti a fermare l’emorragia ma ha perso molto sangue.»
Sergio si avvicina al bambino e intuisce subito la gravità della situazione. «Gli serve una trasfusione, non c’è tempo da perdere, preparate la sala operatoria. Dove sono i genitori?»